Fatmir Limaj (che dopo aver dismesso l`uniforme era entrato nella vita politica) e Isak Musliu sono stati assolti e scarcerati, mentre il loro compagno di battaglie, Haradin Bala, è stato condannato a 13 anni di reclusione per l`uccisione di otto prigionieri rinchiusi in un carcere illegale dell`Uck e per sevizie.
La sentenza emessa oggi dal Tpi è la prima che riguarda imputati per crimini di guerra commessi in Kosovo. Nei giorni scorsi manifestazioni di solidarietà nei confronti dei tre ex combattenti detenuti all`Aja erano state organizzate a Pristina da parte di migliaia di persone che minacciavano la rivolta nel caso di una condanna.
L`inattesa assoluzione di Limaj e Musliu seguita in diretta televisiva in tutto il Kosovo, si è trasformata in una festa collettiva accompagnata da caroselli di auto e da fuochi d`artificio. I tre erano stati imcarcerati dal Tpi nel 2002 con l`accusa di aver organizzato e diretto un campo di prigionia nel Kosovo centrale durante il conflitto tra l`Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) e le milizie serbe. Stando all`accusa i tre comandanti della guerriglia albanese avrebbero torturato e ucciso altri albanesi rinchiusi nella prigione perchè sospettati di collaborare con i serbi.
Fatmir Limaj, fino al giorno del suo arresto capogruppo parlamentare del Partito democratico del Kosovo (Pdk), è trattato dalla sua gente alla stregua di un eroe per le azioni compiute in battaglia e per aver protetto centinaia di famiglie albanesi durante il conflitto. Davanti al tribunale dell`Aja sono ancora sotto proceso altri unidici imputati per crimini commessi in Kosovo: otto sono serbi (tra cui l`ex presidente Slobodan Milosevic) e tre sono albanesi (tra loro l`ex primo ministro del Ramush Haradinaj, attualmente in libertà condizionata).
(ANSA) – PRISTINA, 30 novembre 2005.