“Hanno fallito anche tutte le liste che si opponevano alla costruzione del Ponte”: questo il “titoletto” (occhiello per i tecnici della stampa) dell’articolo apparso oggi 30 Novembre su “La Stampa” di Torino a commento dei risultati elettorali messinesi e subito ripreso dalla redazione della TV locale RTP (ovvero Gazzetta del Sud). Già ieri, nel corso di un dibattito televisivo nella stessa emittente il conduttore Orazio Costa aveva avuto modo di sottolineare come la lista “Vince Messina” avesse subito un tracollo proprio perché portava in bella vista sul simbolo la scritta “No Ponte”. Anche sulla Gazzetta del Sud di oggi, in un articolo a firma Francesco Celi si ha modo di riportare una dichiarazione di Berlusconi che, dopo aver analizzato il voto messinese, ha sottolineato che “..ad essere sconfitta è stata soprattutto l’ala radicale dell’Unione e di chi non vuole la costruzione del Ponte”. E qui e là sono emerse letture in chiave pontista leggendo il dato elettorale come una sconfitta del fronte No Ponte. Ma è proprio così? Queste elezioni sono state un referendum pro o contro il Ponte? Di seguito intendiamo dimostrare che non solo non è possibile leggere in chiave pro o contro il Ponte il dato elettorale messinese, ma che, se volessimo utilizzare questa chiave di lettura, risulterebbe che ad essere vincenti sono stati i NO al Ponte!
Proviamo prima di tutto a seguire il ragionamento che hanno fatto gli opinionisti di cui sopra e che, ribadiamo, non condividiamo. Il giornalista Amedeo La Mattina de “La Stampa” scrive che “da notare che tutte le liste che sono contro il Ponte sullo Stretto, da PRC ai Verdi alle liste civiche, non superano l’8%”. Ma quali sono le liste contro il Ponte? L’articolista sembra non essere molto informato visto che dimostra di non sapere che tutto lo schieramento di centro sinistra si è dichiarato per la prima volta, con vari accenti, contro il Ponte ed anzi per la prima volta nel programma della coalizione si argomentava in maniera ampia ed approfondita un netto NO al Ponte. Se il giornalista avesse voluto sommare le liste che si sono espresse contro il Ponte avrebbe dovuto quindi sommare perlomeno tutte le liste del centro sinistra, Margherita compresa, arrivando a 37% circa. Dall’8% al 37% la differenza non è di poco conto!
Se proviamo adesso a seguire il ragionamento dell’opinionista locale (“Vince Messina ha perso perché aveva nel simbolo la scritta No Ponte”), è troppo facile fargli notare in primo luogo che la lista Vince Messina era la lista del sindaco Saitta del 2003 e che quindi aveva goduto allora dell’effetto traino del candidato a sindaco; in secondo luogo anche la lista “Verdi” porta la scritta “No Ponte” e ciò ha portato un aumento dei voti degli ambientalisti di circa il 20%. Inoltre, chi si era più speso nella lotta contro il Ponte della lista “Vince Messina”, ovvero l’avv. Briguglio (ha curato vari ricorsi dei No Ponte), ha aumentato i suoi consensi (da 451 a 471), non risultando eletto per la cattiva performance di altri candidati della lista.
Sempre seguendo il ragionamento degli illustri opinionisti pontisti andiamo a guardare il risultato delle singole liste e dei singoli candidati che si sono espressi contro il Ponte e che hanno partecipato più attivamente all’organizzazione di eventi, iniziative, cortei contro il Ponte negli ultimi due anni. Parliamo dunque in primo luogo di quella che Berlusconi definisce l’ala radicale dell’Unione e che sarebbe stata sconfitta, ovvero Verdi, Prc, Sinistra ecologista dei DS, ai quali vanno aggiunti la Margherita ed alcuni gruppi giovanili della destra sociale che fanno riferimento al consigliere di AN Rizzo. Ecco allora che i Verdi aumentano i loro consensi del 20% (non ottengono alcun consigliere ma non lo avevano neanche nel 2003); Rifondazione comunista aumenta i propri consensi di oltre il 20% ed ottiene uno “storico” consigliere comunale (è la prima volta che una forza della sinistra radicale ottiene in città un seggio dopo i tentativi andati a vuoto negli anni di Democrazia Popolare, Sinistra Unita, ecc..); la Margherita, con le sue tre liste (che ha organizzato uno “storico” convegno contro il Ponte nel quale Rutelli ha reso pubblica la sua conversione al fronte del NO al Ponte) è passata dal 12.65% del 2003 al 20% del 2005; la Sinistra ecologista ha portato a sorpresa al consiglio comunale un proprio rappresentante (Santino Morabito) a dispetto di un partito, quello dei DS, tiepidamente contro il Ponte al punto da non avere mai organizzato in città un incontro pubblico apertamente contro il Ponte sullo Stretto; infine il consigliere di AN Ciccio Rizzo, anti-ponte contro corrente, pur perdendo qualche consenso, è stato rieletto.
La coalizione di centro sinistra contraria al Ponte passa dunque dal 32% circa del 2003 al 37,65% del 2005, guadagnando oltre il 5% dei consensi. Alle forze di centro sinistra contrarie al Ponte andrebbero poi aggiunti i consensi di chi è contrario al Ponte nel centro-destra.
Se guardiamo ora nel fronte dei favorevoli al Ponte c’è da divertirsi! Forza Italia, il partito del Ponte per eccellenza e che ha giocato in queste elezioni il Jolly Berlusconi, venuto a Messina per ricordare la necessità e la ineluttabilità del Ponte sullo Stretto, ebbene Forza Italia è passata dal 20% del 2003 all’8,66% del 2005, perdendo quasi 12 punti percentuali! Alleanza Nazionale, al cui interno come abbiamo ricordato vi è una minoranza contraria al Ponte, è passata dal 14,85% del 2003 al quasi 19% del 2005 (con sette liste!), guadagnando un 5% ma mantenendo i suoi sette consiglieri. L’UDC mantiene il suo consenso intorno al 17%, come nel 2003, passando però da 7 a 10 consiglieri. Perdono consensi gli alleati minori Patto per la Sicilia (dal 2,18% all’1,16%), Nuova Sicilia (dal 5% al 3,34%) ed i repubblicani (dal 2,32% all’1,79%).
Insomma la coalizione di centro-destra favorevole al Ponte passa nel suo complesso dal 66.17% del 2003 al 55.61% del 2005, perdendo quasi il 10%!!!
E se provassimo a seguire ancora il ragionamento dei su citati opinionisti pontisti e guardiamo ai candidati a sindaco che si sono espressi pro o contro il Ponte? Mai come in questa tornata elettorale i candidati a sindaco si era espressi in maniera così netta, chiara ed argomentata contro il Ponte (Genovese) ed a favore del Ponte (Ragno). Nelle scorse elezioni comunali il candidato di centro-destra Buzzanca dedicava al Ponte poche righe per esprimere il suo Si, mentre il candidato di centro-sinistra Saitta si dilungava in un Ni tendente al No. Il terzo Polo autonomista di queste elezioni, guidato da Romeo, pur esprimendo una valutazione tendenzialmente positiva per il Ponte non si dichiarava apertamente a favore al punto che in un incontro pubblico organizzato da Legambiente Messina sui temi ambientali dei programmi dei candidati a sindaco, un rappresentante della squadra di Romeo ci teneva a precisare che la loro posizione sul Ponte non era dichiaratamente per il Ponte ma rifletteva sui pro ed i contro dell’opera per la città di Messina. Gli altri due candidati a sindaco si erano dichiarati contrari al Ponte.
Se adesso guardiamo i risultati elettorali dei candidati a sindaco vediamo che i No Ponte ottengono il 46,7% (Genovese 45,76%, Clementi 0,51%, Alastra 0,43%); a favore del Ponte 45,95% (Ragno); dubbiosi 7.35% (Romeo).
Ultima curiosità: il candidato a sindaco del centro-destra Ragno, che esprime nel suo programma un SI convinto al Ponte, ottiene il 45,95% dei voti, ovvero quasi il 10% in meno della sua coalizione; mentre il candidato a sindaco del centro-sinistra Genovese ottiene il 45,76%, ovvero quasi l’8% in più della sua coalizione. Che i messinesi abbiano voluto punire Ragno per essere favorevole al Ponte?
Se dunque volessimo seguire il ragionamento di chi in maniera interessata voleva e vuole leggere i risultati elettorali di Messina come una bocciatura del fronte No Ponte, mi pare si possa dire, alla luce dei dati sopra ricordati, che a Messina hanno vinto i NO PONTE!
In realtà siamo consapevoli che la lettura del dato elettorale è più complessa ed il tema Ponte, seppure più presente del passato nei programmi e nei dibattiti elettorali, non è diventato un argomento discriminante per la scelta dei candidati da parte dell’elettorato.
Semmai mi sembra si possa dire che, a differenza forse di quanto si potesse pensare e temere nel passato (vedi Rutelli nelle elezioni del 2001), essere contro il Ponte sullo Stretto di Messina non fa perdere consensi ma anzi in taluni casi risulta essere una scelta vincente. La scelta che ha fatto Genovese è stata quella di dire chiaramente NO AL PONTE e fino ad oggi è stata vincente. Ci auguriamo che sia vincente fino in fondo!!!
Messina, 30 Novembre 2005.