Si è conclusa ieri a Tirana la vista del Relatore Speciale delle Nazioni Unite su “Vendita dei bambini, prostituzione e pornografia infantile”. Juan Miguel Petit, di nazionalità uruguayana, era giunto nel paese il 31 ottobre, incaricato dalla Commissione sui Diritti Umani delle Nazioni Unite di redigere un rapporto sulla situazione albanese.
Durante una fitta settimana di incontri, Petit si è confrontato con rappresentanti delle istituzioni a livello centrale e locale, oltre che con organizzazioni non governative albanesi e internazionali (40 incontri con circa un centinaio di soggetti).
Oltre che nella capitale, si è recato nelle città di Elbasan e di Korca, situate lungo il corridoio di transito per gli attraversamenti via terra in direzione della Grecia. Sempre nell’area centro e sud-orientale, ha visitato i luoghi di frontiera. La missione del relatore nell’area prosegue da oggi con una settimana di incontri in Grecia.
La Grecia è al momento uno dei principali paesi di destinazione dei minori albanesi vittima di tratta e non esiste ancora un protocollo d’intesa tra i due governi riguardo alle modalità di rimpatrio dei minori non accompagnati. Di conseguenza le istituzioni preposte all’ordine pubblico continuano ad accompagnare e abbandonare al confine i bambini trovati senza famiglia, senza un minimo di assistenza e tutela.
In una conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina nella capitale albanese, Petit ha preannunciato alcune delle conclusioni e raccomandazioni che conterrà il suo rapporto, la cui pubblicazione si prevede per marzo 2006.
Innanzitutto sono stati segnalati i progressi compiuti dalle istituzinoi e all’interno della società civile. “Negli ultimi 5 anni sono stati raggiunti importanti traguardi”, ha affermato. È stata approvata una legge che penalizza il reato, corredata da strategie nazionali e piani di azione governativi (nel 2001 è stata emanata la prima strategia nazionale; nel 2004 la seconda). La polizia è stata formata per fronteggiare e contrastare in maniera efficace il crimine. I luoghi di frontiera sono maggiormente controllati; è stata costituita la sezione dei “crimini gravi” all’interno delle Procure. Infine, le ONG hanno acquisito competenze nell’assistenza alle vittime e nella prevenzione. Tuttavia, molto ancora rimane da fare.
“La tratta dei bambini – ha affermatore il relatore – non è un fenomeno isolato. È piuttosto l’espressione di problemi socio-economici irrisolti. Curare i sintomi non è sufficiente se non si cura anche la malattia. E la malattia è la sommatoria dei seguenti elementi: povertà, mancanza di opportunità, assenza di servizi sociali, stigmatizzazione delle minoranze, persistenti pratiche discriminatorie contro le donne, sistema educativo inadeguato ai cambiamenti in atto”.
Sebbene il numero delle persone trafficate provenienti dall’Albania negli ultimi anni si sia ridotto, i minori continuano a partire alla ricerca di lavoro per sostenere la famiglia e continuano a finire vittima della tratta. Nella riunione che si è tenuta ad Elbasan il 2 Novembre, è emerso che nella regione almeno 266 minori vivono e lavorano all’estero senza la famiglia. Sono dati forniti dall’ufficio dell’assistenza economica, che aggiorna periodicamente le liste delle famiglie povere che hanno diritto al sussidio economico, dalle quali quelle che ricevono rimesse dagli emigranti vengono escluse.
Citare questa cifra, ovviamente, non significa sottintednere che in tutti i casi si possa trattare di minori trafficati, ma è legittimo farsi delle domande: come sono arrivati all’estero questi bambini? Chi li ha aiutati? Come hanno attraversato il confine? Chi li ha accolti a destinazione? Chi ha trovato loro una sistemazione e un’attività lavorativa? Una risposta certa è che il livello di vulnerabilità allo sfruttamento di questi minori è elevatissimo.
Petit ha tenuto a sottolineare che la tratta non è solo un fenomeno che investe l’ordine pubblico ma è strettamente collegato al livello di godimento dei diritti basici per i cittadini. Il diritto allo studio, il diritto ad una socialità positiva, il diritto ai servizi basici alla persona sono componenti indispensabili per l’implementazione di un sistema realmente democratico. Inoltre, è indispensabile che ci sia una presa in carico globale da parte della collettività rispetto al fenomeno.
Il relatore ha sottolineato inoltre che la prevenzione deve essere il focus principale dell’intervento e da questo punto di vista il paese ha bisogno di un forte sistema di protezione per i minori.
Le RACCOMANDAZIONI espresse sono state le seguenti:
– Dare priorità all’implementazione della strategia nazionale sui bambini e soprattutto a quella sulla lotta alla tratta. Adeguate risorse devono essere allocate a questo fine e deve essere stabilito un sistema di monitoraggio.
– Assicurare che i diritti dei bambini siano protetti attraverso un’adeguata istanza istituzionale nazionale, appositamente creata (un Comitato di alto profilo e funzionamento sui diritti dei bambini all’interno del govero, con focal point nelle regioni)
– Promuovere azioni focalizzate sulla prevenzione nelle comunità, realizzata attraverso il lavoro sociale, centri per la comunità e sostegno alle famiglie.
– Dare priorità alla creazione di servizi per bambini trafficati, con staff formato per fornire protezione e sostegno di lungo termine ai fini della reintegrazione.
– Rafforzare il ruolo dei servizi sociali locali in: 1) identificazione attiva e riferimento dei minori a rischio; e 2) monitoraggio sugli standard della cura.
– Procedere alla firma e implementazione di accordi bilaterali tra Grecia e Albania sul ritorno dei minori non accompagnati.
– Introdurre servizi basati sulla presa in carico territorale, come l’affidamento familiare.
– Introdurre misure contro la violenza domestica e l’abuso sui minori.
– Stabilire procedure e protocolli in maniera che figure chiave che sono in contatto con i bambini (ad esempio gli insegnanti, operatori dei servizi di salute e assistenti sociali), siano in grado di sapere come identificare e segnalare casi sospetti di abuso e, per ogni caso che si presenti, mettere in atto una procedura di follow up immediato.
– Facilitare le procedure di registrazione anagrafica.
– Fare ricerca sul fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori in Albania e individuare misure di contrasto, ivi incluse misure per evitare che si sviluppi un mercato nero della prostituzione minorile.
Un ultimo appello è stato rivolto ai mezzi di comunizazione di massa. “Essendo personalmente un giornalista – ha dEtto Petit – sono consapevole dell’impatto che i media hanno nella società. In senso negative o in senso positivo. Per questo faccio un appello ai miei colleghi albanesi affinché facciano informazione sulla tratta dei minori non solo in una maniera che sia pienamente rispettosa dei loro diritti ma anche ma anche funzionale alla loro promozione e protezione”.
Redazione Terrelibere.org, 08.11.2005