Conflitti dimenticati

Etiopia: le proteste si moltiplicano in tutto il Paese

Emiliano Bos
  Si estende oltre la capitale la protesta anti-governativa che da 4 giorni paralizza Addis Abeba, dove gli incidenti hanno provocato decine di vittime (non meno di 42 morti, ma il bilancio potrebbe essere molto più grave secondo alcune testimonianze).
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L`agenzia Misna ha raccolto notizie di incidenti anche dalle principali città del Paese, il secondo più popoloso dell’Africa con oltre 70 milioni di abitanti.

Secondo fonti raggiunte per telefono a Bahar Dar, sul lago Tana, la polizia ha circondato il Politecnico dopo che gli studenti avevano inscenato proteste chiedendo la liberazione dei rappresentanti dell’opposizione arrestati in questi giorni; sembra che vi siano alcune vittime ma non è stato ancora fornito alcun bilancio. Scontri sono segnalati a Gimma (ovest), a Awasa e Arba Minch (sud), Dessé (nord) e Dire Dawa, non lontano dal confine con la Somalia.

“La rabbia è esplosa in ritardo nelle altre città perché le notizie delle vittime e degli arresti di Addis Abeba arrivano in modo informale, via sms o per attraverso contatti tra amici e famigliari: la televisione statale continua a minimizzare su quanto sta accadendo e trasmette musiche tradizionali invece di informazioni” dice alla MISNA una fonte raggiunta stasera per telefono nella capitale.

Il ministro dell’informazione Berhan Hailu ha detto all’agenzia Reuters’ che “qualche disordine si è verificato in alcune zone”, senza specificare dove. Nel tardo pomeriggio di oggi, gli studenti di Nazareth – un centinaio di chilometri a sud di Addis – hanno organizzato una manifestazione subito repressa dalla polizia. La situazione sembrerebbe oggi più tranquilla nella capitale, dove alcuni autobus hanno ripreso a circolare – dopo che i manifestanti ne hanno danneggiati alcune decine – anche se la tensione resta alta.

Un testimone ha riferito che migliaia di persone affollavano stamani la zona vicina agli edifici dell’Unione Africana, nel piazzale antistante la prigione ‘Kerchele’ – il penitenziario più grande del Paese, noto per aver ospitato in passato anche gli ex-gerarchi del ‘Dergue’ di Menghistu Haile Mariam – per portare cibo e indumenti alle persone arrestate dalle forze di sicurezza in questi giorni; gli agenti hanno però impedito ai famigliari di avvicinarsi alla prigione. Ieri sera le autorità avevano fatto sapere che 7 persone sono state uccise e 26 ferite dalla polizia mentre cercavano di fuggire da un altro carcere, quello di Kaiti, senza però specificare se si trattasse di detenuti comuni o di civili fermati in questi ultimi giorni.

[EB] – ETIOPIA 4/11/2005

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