Dal 1991 a oggi il fenomeno della deforestazione sarebbe decisamente aumentato: in quell’anno in Ecuador c’erano 13 milioni e mezzo di ettari di boschi umidi, secchi e litorali tropicali habitat delle mangrovie; oggi ne restano 11 milioni e mezzo con un calo di superficie verde annuale pari a oltre l’1,5%.
Il tipo di bosco che scompare più velocemente è quello secco che si trova nella zona costiera e oggi si estende per soli 569.000 ettari rispetto ai 708.0000 di 14 anni fa. Se fino a un decennio fa l’80% del legname destinato a scopi industriali proveniva dalla provincia di Esmeraldas, ora le proporzioni si sono ridotte a spese dell’Amazzonia da cui se ne ricava fino al 40%.
‘Vigilancia Verde’, organismo incaricato di frenare il disboscamento illegale, ammette che i controlli non sono sempre sufficienti: con il personale a disposizione è in grado di controllare, almeno in parte, il transito del legname dalla foresta alla fabbrica in quattro snodi centrali, Baeza, Mera, Lita e San Mateo (situati in altrettante province) dove, tuttavia, secondo il responsabile dell’organismo Edison Pozo “la stragrande maggioranza dei trasportatori risulta in regola”.
[FB] – ECUADOR 4/11/2005