L`accordo ha visto la fiera resistenza soprattutto dei Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) oltre che del Venezuela.
I negoziati sull’Alca, ambizione degli Stati Uniti da anni frustrata, riprendono oggi nelle mani dei capi di Stato convenuti a Mar del Plata, ma con scarse possibilità di successo, come auspicato dalla società civile continentale, riunitasi negli ultimi tre giorni sempre nella località argentina nell’ambito della terza ‘Cumbre de los Pueblos’ (conclusasi ieri).
La rinnovata opposizione sudamericana, e in particolare del Mercosur, contro l’Alca è stata comunicata ieri telefonicamente dal ministro degli Esteri argentino Rafael Bielsa al suo omologo statunitense Condoleeza Rice mentre quest’ultima si trovava in volo verso Mar del Plata a bordo dell’Air Force One con il presidente Usa George W. Bush.
Bielsa ha letto in diretta alla Rice un paragrafo che i Paesi del Mercosur intendono inserire nella dichiarazione finale, destando secondo fonti diplomatiche Usa e argentine, il forte risentimento dei governanti di Washington. In questo paragrafo si dà conto delle “difficoltà” sorte sulla strada del processo di integrazione commerciale ed economica continentale delineata dall’Alca in quanto “non sono state poste le condizioni necessarie” mancando ancora oggi un “accesso effettivo ai mercati, libero da sussidi e da pratiche discorsive”. Un attacco, insomma, ai sussidi, soprattutto agricoli, che da decenni Stati Uniti e Unione Europea erogano ai produttori interni, riducendo di fatto la concorrenza sui mercati internazionali.
Nonostante il fermo rifiuto dei Paesi del Mercosur di aderire all’Alca in queste condizioni di mercato, il fronte dei Paesi americani appare sempre più dilaniato, con governi come quelli di Messico, Cile e Canada nettamente schierati dalla parte di Washington, così come la gran parte dei Paesi caraibici che hanno firmato in questi ultimi anni accordi bilaterali di libero commercio con gli Stati Uniti; le posizioni del Mercosur sono invece radicalizzate dal Venezuela, che continua a riservarsi il diritto di non firmare nulla e che nel frattempo ha ideato e sviluppato un modello di integrazione economica regionale alternativa, denominandolo ‘Alba’ e trovando, per il momento, in Cuba la sponda ideale.
[LL] – ARGENTINA 4/11/2005