No Ponte

Ambientalisti: nessun obbligo di penale per il Ponte sullo Stretto

WWF, Legambiente e Italia Nostra
  Con una lettera aperta ai capigruppo parlamentari e ai consigli regionali di Calabria e Sicilia, le maggiori organizzazioni ambientaliste affermano che non esiste nessun obbligo per il pagamento di eventuali penali dovute all`annullamento della gara d`appalto per il Ponte sullo Stretto di Messina.
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I giochi sull`affidamento al general contractor e le relative penali riguardanti la progettazione definitiva ed esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina sono tutt`altro che fatti e le affermazioni dell`amministratore delegato della Stretto di Messina SpA Pietro Ciucci e del presidente di Infrastrutture SpA Andrea Monorchio (a questo punto lo Stato sarebbe obbligato a pagare penali equivalenti al costo dell`opera) sono del tutto destituite di fondamento.

Lo sostiene una lettera firmata dal Wwf, Italia Nostra e Legambiente, inviata in questi giorni a tutti i capigruppo parlamentari dei partiti e ai membri delle commissioni parlamentari competenti, ai presidenti dei consigli regionali e ai presidenti delle commissioni consiliari competenti di Calabria e Sicilia che invita le assemblee elettive nazionali e regionali a chiedere a Governo e alle due Giunte regionali (che hanno propri rappresentanti nel CdA della Stretto di Messina SpA) di discutere pubblicamente i contenuti del contratto prima della sua definizione, facendo una grande operazione di trasparenza e partecipazione alla formazione dell`atto da parte delle assemblee consiliari della Regione Sicilia e della Regione Calabria.

Nella lettera si ricorda che i vari passaggi per la definizione del contratto e della progettazione definitiva ed esecutiva, previsti dal decreto attuativo della Legge Obiettivo (Decreto legislativo n. 190/2002), consentono ancora ampi margini di manovra, ma soprattutto che esiste un punto del Bando di Gara (punto IV.4 Lettera M) che non obbliga in nessun modo la Stretto di Messina SpA, concessionaria pubblica, che è libera in ogni momento di rescindere gli impegni nei confronti del General Contracor vincente (capeggiato da Impregilo).

Il Wwf, insieme a Italia Nostra e Legambiente, rileva che il confronto pubblico è un passaggio obbligato, viste le notizie che provengono dalle inchieste della magistratura penale (su connessioni politico/mafiose e Via) e dalla Commissione europea (procedure sulla Via/la valutazione di incidenza e sul General Contractor) e ricordano nella loro lettera inviata alle assemblee elettive nazionali e regionali che:

a) Quali penali? – A parte che si ricorda come sinora non sia definito il contratto e non sono definiti i vari passaggi che consentono allo Stato di non obbligarsi su tutto (vedi punti successivi) nessuno ha ricordato che la Stretto di Messina SpA, organismo di diritto pubblico, non è obbligata ad oggi in nessun modo nei confronti del GC vincente, né obbliga lo Stato. Infatti, al punto IV.4 Lettera M del Bando di gara si legge: «M. Il presente bando nonché l`eventuale avvenuta qualificazione dei concorrenti sulla base della domanda di partecipazione e della documentazione dai medesimi presentata non vincolano in alcun modo la Stretto di Messina SpA, né alla diramazione degli inviti, né all`espletamento della gara, né alla successiva aggiudicazione; Stretto di Messina SpA si riserva espressamente di annullare la gara o di modificarne i termini in qualsiasi momento e a suo insindacabile giudizio (.)».Questo era il motivo per cui gli ambientalisti si erano battuti perché l`assegnazione dell`appalto non fosse conclusa. Ad oggi, comunque l` aggiudicazione della gara è ancora provvisoria e il contratto con l`Impregilo non è stato ancora firmato; anche la valutazione delle penali è ancora tutta da discutere e i danni economici più gravi possono ancora essere prevenuti.

b) I rischi del ribasso – E` un aspetto delicatissimo visto che la gara è stata vinta con un ribasso anomalo di 500 milioni (-12,33%) rispetto a un costo posto a base di gara irrealistico (4,4 miliardi di euro), visto che il costo dell`opera che, a consuntivo viene valutato ufficialmente in 6 miliardi di euro, secondo le valutazioni degli ambientalisti ammonterà a 7,5-9 miliardi di euro considerati gli ulteriori oneri dipendenti dall`aumento del costo dei materiali (in particolare dell`acciaio), delle valutazioni sbagliate sulla durata dei cantieri (invece che 6 – 12 anni), le prescrizioni ambientali (35 contenute nella Delibera CIPE n. 78/2003.

c) La definizione del contratto – Quindi, diventa importantissima la definizione di un contratto che non penalizzi lo Stato visto che l`art. 6, comma 1 del D.Lgs. n. 190/2002 stabilisce che questo deve avvenire attraverso un affidamento unitario delle attività di progettazione e realizzazione. Gli ambientalisti osservano che nel contratto devono essere chiari i vari step e le relative penali per tutelare la parte pubblica.

d) I vari passaggi – Un buon contratto dovrà prendere in considerazione il passaggio fondamentale della progettazione definitiva, che, tra l`altro, prevede entro 90 giorni dalla presentazione del progetto la convocazione di una conferenza di servizi i cui le Regioni e gli enti locali coinvolti potranno esprimere il loro parere (art. 4 del D.Lgs. n. 190/2002) come un ulteriore vaglio è previsto al momento del progetto esecutivo rispetto alle eventuali varianti rispetto al definitivo (art. 4 quater del D.Lgs. n. 190/2002).

WWF, Legambiente e Italia Nostra, 2 novembre 2005.

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