In un comunicato diffuso oggi, il ministro dell’informazione del governo provvisorio Muhammad Abdi Hayir ha fatto sapere che rappresentanti governativi inviati in missione esplorativa nelle regioni più colpite hanno riferito di aver rinvenuto i resti di decine di persone e di centinaia di capi di bestiame, tutti morti per fame o disidratazione.
“Uomini e animali hanno cominciato a morire – dice Hayr nella nota – è una questione urgente e abbiamo un bisogno immediato dell’attenzione e dell’azione dei donors, delle agenze Onu e delle organizzazioni umanitarie”.
Le regioni maggiormente interessate da siccità e carestia sarebbero quelle di Gedo (nella Somalia occidentale) e quelle meridionali della Middle e Lower Juba, non lontano dal confine col Kenya.
Tra le cause delle grave crisi denunciata dall’esecutivo dell’ex-colonia italiana figurano soprattutto le scarse piogge cadute tra marzo e giugno e il collasso totale del sistema idrico.
Sono pochissime le agenzie umanitarie che operano in Somalia a causa dell’insicurezza che regna nel paese dal 1991, anno della caduta dell’ex-dittatore Siad Barre e che ha segnato l’inizio dell’anarchia.
[MZ] – SOMALIA 27/10/2005