Respinti con la forza la settimana scorsa dalla polizia dopo cinque giorni di mobilitazione sfociati in disordini, i Guambianos hanno deciso di unire le forze convocando altri indigeni di diversi dipartimenti per recuperare 12.500 ettari di terreni a Silvia, Caldono, Jambaló e Toribío. Le autorità locali – hanno –avvertendo che la situazione “è difficile e rischia di finire fuori controllo” – hanno ordinato il dispiegamento degli agenti anti-sommossa.
Il ministro dell’Agricoltura, Andrés Felipe Arias, e il governatore del Cauca, Juan José Chaux, hanno già chiarito che “il governo non potrà convalidare né legittimare le rivendicazioni di una comunità consentendo l’invasione di proprietà private”.
Da parte loro, i Guambianos non sono disposti a cedere: “Già trent’anni fa il Consiglio regionale indigeno decise di riprendersi le terre delle comunità autoctone sottratte in modo fraudolento dai grandi latifondisti” hanno riferito i portavoce della protesta, aggiungendo: “Non vogliamo colpire i piccoli agricoltori, poveri come noi, chiediamo solo il rispetto dei diritti economici, sociali e culturali delle comunità indigene, afro-colombiane e contadine della regione, già colpite dalla miseria e dalla violenza dei gruppi armati”.
[FB] – COLOMBIA 20/10/2005