Questa la previsione di Loic Fauchon, Presidente del Consiglio Mondiale dell`Acqua. “Ogni giorno – ha spiegato ancora Fauchon – nel mondo muoiono 25 mila persone per malattie associate all`acqua (colera, malaria, febbre gialla, poliomielite). E lo scorso anno i problemi mondiali dovuti all`acqua hanno ucciso 15 volte in più dei conflitti armati“.
Per Fauchon bisogna “rompere il circolo vizioso di fame, conflitti e crisi ambientali, cambiare il comportamento in modo significativo, gestire meglio le risorse. La richiesta d`acqua aumenterà di un terzo nei prossimi vent`anni, ma le risorse sono in continua diminuzione“.
Le risorse d`acque dolci utilizzabili – secondo i dati riferiti da Fauchon – sono solo l`1% del totale delle acque e non sono uniformemente distribuite nel mondo in base alla popolazione e ai bisogni. In Asia, ad esempio, il 60% della popolazione mondiale ha solo il 36% delle risorse. La musica non cambia in Africa, che con il 13% della popolazione ha l`11% delle risorse. Anche l’Europa, con il 13% della popolazione, ha l`8% delle risorse.
Ma a fronte di tale ripartizione emerge che solo il 25% della popolazione mondiale ha le tecnologie, le conoscenze e i capitali per accedere alle risorse idriche mentre più di 3 miliardi di persone vivono oggi con meno di 2 dollari al giorno il che significa non avere acqua potabile, trovarsi in situazioni sanitarie precarie e spesso accanto a rifiuti pericolosi ed essere maggiormente esposti al rischio di malattie, di catastrofi naturali e di conflitti.
Fauchon lancia quindi l`idea degli idrodotti intercontinentali: “Abbiamo imparato a trasportare il gas e il petrolio – ha detto – ora è tempo di trasportare l`acqua“.
Notizie Verdi, 19 ottobre 2005