No Ponte

Grandi opere: procedure VIA violano normative europee

Redazione Econews
  La Commissione dell`Unione europea censura le procedure di Valutazione di impatto ambientale previste dalla Legge Obiettivo in vista della realizzazione delle grandi opere. Il parere dell`organo istituzionale riguarda anche l`iter di approvazione del Ponte sullo Stretto di Messina.
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“Ieri la Commissione Europea ha confermato le nostre denunce: la Via

`all`italiana` per le opere della Legge Obiettivo continua a violare la direttiva comunitaria”. Lo dichiarano la senatrice Anna Donati, responsabile trasporti dei Verdi, e l`onorevole Monica Frassoni, presidente del gruppo Verdi al Parlamento Europeo, già firmatarie di un esposto in sede Ue sulla procedura di Valutazione di impatto ambientale prevista dalla Legge Obiettivo.

Il parere motivato, appena emesso, “riguarda da vicino anche il Ponte sullo Stretto, il cui progetto definitivo deve ancora essere elaborato e dovrà tenere conto delle corpose prescrizioni di Via sul progetto preliminare – fanno notare le due esponenti del Sole che ride – se il progetto, come è immaginabile, subirà delle modifiche il ministro, secondo la Commissione Europea, ha l`obbligo di sottoporre nuovamente il progetto a Valutazione di impatto ambientale”.

E allora, “ecco un`altra incognita – spiegano Donati e Frassoni – che grava sul Ponte, mentre il Governo parla già di avvio dei cantieri”.

“Secondo il parere motivato complementare, inviato oggi al Governo italiano, gli aggiustamenti apportati fino ad ora non sono sufficienti per garantire l`efficacia della procedura di Via, nel caso in cui un progetto definitivo sia cambiato – spiegano Donati e Frassoni – a questo punto, il Governo italiano ne prenda finalmente atto e cambi la norma, per evitare il deferimento alla Corte

di Giustizia europea”.

“Anche grazie al nostro esposto – spiegano le parlamentari Verdi – Bruxelles aveva esaminato la procedura di V.i.a. Semplificata, prevista dalla Legge Obiettivo, ed aveva già chiesto all`italia di eliminare la `discrezionalità` del ministro, contenuta nel comma 5 dell`articolo 20 del Dl 190/2002, sull`aggiornamento della procedura di V.i.a. Nel caso in cui il progetto definitivo di un`opera fosse modificato rispetto al preliminare”.

“Nella legge Comunitaria 2004, il Governo, nel tentativo di rispondere alle obiezioni mosse da Bruxelles, ha apportato modifiche che però lasciano la `discrezionalità` del ministro e, quindi – continuano le esponenti del Sole che Ride – non soddisfano i parametri comunitari, come abbiamo segnalato in una nostra ulteriore nota in sede europea. Ecco perchè – concludono Donati e Frassoni – la Commissione Ue, ritenendosi insoddisfatta, ha ribadito la propria

richiesta all`Italia: nel caso in cui il progetto di un`opera sia cambiato, il ministro deve provvedere alla ripubblicazione del progetto stesso”.

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