Ho conosciuto Giacomo Cagnes qualche anno fa, a Vittoria, e fu una rivelazione. Era un pomeriggio di settembre, e l`occasione era la prima riunione preparatoria per quello che sarebbe diventato il progetto `Memoria Comiso`.
Allora non sapevo bene chi fosse, un ex sindaco, mi dicevano, ma mi colpi` subito quella voce di una provincia del profondo Sud che mai avevo sentito prima. Parlava di Comiso e del Giappone, della Germania e dell`Italia, degli Stati Uniti e della Sicilia.
E vedevo una provincia meridionale diversa, finalmente non condannata ad essere `provinciale`, isolata, consumata dalla noia e bruciata viva dall`isolamento.
Vedevo un paese cosmopolita, Comiso della stagione delle lotte contro i Cruise, che era capace di interessarsi di arte, alta politica, grandi principi. Un paese diverso, un luogo separato dagli altri paesi siciliani, affossati nella consuetudine, uccisi dalla tradizione, incatenati dalla violenza criminale.
E mi colpì la sua capacita` di ragionare in termini politici, di alta politica. La capacita` di distinguere, ragionare, vedere i processi sociali e le dinamiche del potere, in un`ottica che oggi appare anni luce lontana dalla tele-piazza virtuale che Berlusconi ha imposto ma che in troppi hanno accettato.
Giacomo Cagnes ha collaborato tre volte con terrelibere. La prima, fornendo foto preziose, ricordi impagabili, documenti rari per il progetto `Memoria Comiso`, un cdrom ed un archivio web – che ripercorre le lotte contro i missili e non solo, e che soprattutto ha l`ambizione di riprodurre lo spirito di quegli anni.
La seconda volta ci rilascio` una intervista illuminante sull`omicidio di Pio La Torre , sui possibili moventi, sullo scenario di quel periodo.
La terza volta autorizzandoci a pubblicare “Dal fondo del pozzo”, una raccolta di racconti autobiografici e non, un esempio della grande tradizione siciliana del narrare, unita alla capacita` politica di vedere, di capire.
Illuminanti i confronti con le culture del nord Europa, la Germania la Scandinavia, e lo spaesamento dei siciliani alternativi, comunisti, rivoluzionari, ma sempre siciliani, e comunque curiosi, aperti, e non incatenati dalla tradizione, dalla consuetudine, dalla conservazione.
E` retorica, e fa un po` tristezza, chiedersi cosa sia rimasto di tutto questo. Ed e` facile disegnare uno scenario di politici arraffoni, diversita` cancellate, mafie straripanti, giovani reazionari e tradizionalisti trionfanti. Di un pensiero illuminista messo sotto scacco dalle urla reazionarie del Vaticano e dei suoi seguaci. Di una Sicilia che sembra andare sempre piu` indietro.
Piuttosto, proviamo a riassumere tre delle caratteristiche degli uomini come Cagnes, e manteniamone viva la memoria.
Primo, sentire ogni ingiustizia fatta nel mondo, in qualunque parte del mondo, come fatta a noi stessi.
Secondo, arricchire il proprio tempo di cultura. Quadri, musica, sculture, cinema, libri, tutto purche` non sia vomitato dalle industrie per il consumo mercato di massa.
Terzo, non rassegnarsi alla fatalità, al destino, alla tradizione da conservare, alla strada segnata. Credere, ed agire, per una qualche idea di progresso.
Questo e` un ricordo personale, e non certo una biografia. Piccole impressioni sparse, e non un ritratto complessivo.
Aggiungiamo altre note per chi non conosceva Giacomo Cagnes.
E` stato a più riprese sindaco di Comiso e deputato regionale. E` scomparso nel luglio 2005 a Torino. Cagnes, figura di primo piano nel Pci siciliano, per oltre un trentennio ha caratterizzato la vita politica cittadina e isolana.
Negli anni ottanta, in coincidenza con la riconversione in base missilistica della Nato del vecchio aeroporto militare “Vincenzo Magliocco”, fu fondatore e presidente del Cudip (Comitato Unitario Disarmo e Pace), avente l`obiettivo di “ottenere la revoca o la sospensione dell`installazione della base missilistica”.
Cagnes fu protagonista nel movimento pacifista della lotta contro i missili Cruise. La lunga stagione delle lotte pacifiste si chiuse con la caduta del Muro di Berlino e la decisione di procedere allo smantellamento dei missili nucleari dei due blocchi e della stessa base di Comiso. Negli anni a seguire, anche per concomitanti problemi di salute, Cagnes diradò le sue presenze pubbliche.
Per sua volontà, Giacomo Cagnes è stato cremato a Torino. Le sue ceneri sono state tumulate a Comiso nel mese di settembre subito dopo una pubblica cerimonia.