“La massa d’acqua diminuisce a causa dell’eccessiva evaporazione dovuta ai cambiamenti climatici seguiti alla distruzione massiccia delle foreste” ha riferito Boniface Nyakageni, biologo consulente del ministero dell’Ambiente burundese; secondo Nyakageni il fenomeno sarebbe aumentato progressivamente fin dal 2001, anno in cui il Burundi ha registrato un record negativo di alte temperature.
Il problema sarebbe stato esasperato da 12 anni di guerra civile, durante la quale sono stati abbattuti migliaia di ettari di boschi nelle regioni sotto controllo dei diversi gruppi armati in conflitto: il biologo ha ricordato che le foreste agiscono normalmente come spugne assorbendo acqua durante la stagione delle piogge e rilasciandola gradualmente defluire al lago nei periodi di siccità.
Secondo Maurice Shiramanga, direttore dell’Istituto burundese di geografia, a contribuire alla secca del Tanganyika sarebbe stata anche la distruzione di una diga naturale nel litorale meridionale del lago: “In passato le grandi imbarcazioni da carico potevano attraccare alle banchine portuali disponibili anche due o tre alla volta, ora è possibile farlo solo una alla volta”.
Con una superficie di 31.900 chilometri quadrati, una lunghezza di 640 chilometri e una larghezza che va da 30 a 120 chilometri, il Tanganyika è il secondo lago più profondo al mondo dopo il Baikal; si trova al confine tra Tanzania, Repubblica Democratica del Congo, Burundi e Zambia; le prime due nazioni si dividono quasi equamente l`80% della territorialità delle acque.
[FB] – BURUNDI 11/10/2005