Conflitti dimenticati

Somalia: scontri armati e numerose vittime a Mogadiscio

Agenzia Misna
  Almeno sei persone sono morte, e una decina rimaste ferite, negli scontri esplosi la sera del 2 ottobre a Mogadiscio tra due fazioni ostili. La calma nella capitale é stata raggiunta stamani alle ore 11 dopo la tregua concordata tra le due fazioni in lotta.
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Secondo le informazioni raccolte, i combattimenti, risuonati in tutta la capitale somala, hanno visto contrapposti gli uomini di Abduqadir Beebe, uno dei signori della guerra locali, a quelli di una corte islamica del nord della città. Anche se i combattimenti si sono conclusi dopo qualche ora, numerosi abitanti hanno preferito lasciare le proprie abitazioni.

Quattro delle vittime sarebbero miliziani (appartenenti a entrambe le parti) le altre due invece sembrerebbero essere civili raggiunti da pallottole vaganti. Sarebbero “molti” i feriti: in prevalenza donne e bambini che, al momento dell’inizio della sparatoria, si trovavano per le vie di Bandere, il quartiere del centro storico di Mogadiscio teatro dell’attacco. I combattimenti, in cui sono stati utilizzati anche pezzi di artiglieria pesante, sono risuonati per tutta la città e hanno costretto molti degli abitanti della zona centrale di Mogadiscio a cercare riparo presso parenti e amici in altri quartieri.

Sabato 1 ottobre, invece, fonti del governo di transizione hanno riferito di scontri tra gruppi armati avvenuti nella regione sud-occidentale di Bakool. Questi combattimenti hanno causato la morte di almeno 12 persone e il ferimento di altre venti.

Secondo l`agenzia MISNA la calma a Mogadiscio é tornata stamani alle ore 11 dopo la tregua raggiunta dalle due fazioni protagoniste degli scontri esplosi ieri nel centro della città. La MISNA lo ha appreso da fonti del governo di transizione somalo contattate a Jowhar (una novantina di chilometri a nord di Mogadiscio), le quali hanno precisato che delegazioni dei due gruppi hanno cominciato a dialogare poco dopo aver annunciato la firma di un cessate il fuoco.

Secondo le informazioni raccolte, ad aprire le ostilità sarebbero stati gli uomini legati alla cosiddetta ‘Corte Nazionale’, un movimento che utilizzando la propaganda del radicalismo islamico sta cercando di prendere il potere su tutta Mogadiscio a discapito degli storici ‘signori della guerra’ che da 14 anni (ovvero da quando la Somalia è piombata nella più totale anarchia) gestiscono il paese.

Obiettivo dell’attacco sarebbe stato quello di sottrarre la gestione del quartiere di Bandere (e dei suoi lucrativi affari) a Abduqadir Beebe, che finora ne deteneva il controllo. Secondo la fonte del governo di transizione contattata dalla MISNA, lo scopo ultimo della ‘Corte Nazionale’ sarebbe quello di nominare un proprio presidente da contrapporre alle nuove istituzioni di transizione nate dai difficili colloqui di pace somali e che a causa dell’insicurezza continuano ad essere relegate a Jowhar.

[MZ] – SOMALIA 3/10/2005

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