Conflitti dimenticati

Nigeria: milizie minacciano incursioni a pozzi petroliferi stranieri

Agenzia Misna
  Cresce la tensione a Port Harcourt, principale città del Delta del Niger (la ricca regione petrolifera nel sud della Nigeria), dove durante la notte almeno 150 uomini di una milizia irregolare separatista sono scesi in strada armati di machete per manifestare contro il fermo e il trasferimento ad Abuja del capo del loro movimento - ‘Forza volontaria popolare del Delta del Niger’ (Ndpvf) - Alhaj Dokubo Asari di cui è stato chiesto l’immediato rilascio.
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Secondo fonti giornalistiche locali e internazionali, durante la notte per le strade di Port Harcourt sarebbero risuonati sporadici colpi di arma da fuoco, anche se finora non sono state fornite notizie di particolari violenze ed eventuali vittime.

Ad accrescere i timori nella popolazione della zona sarebbero soprattutto le dichiarazioni rilasciate ieri da Alali Horsefall, il vice comandante del Ndpvf e braccio destro di Asari, il quale ha minacciato di attaccare le installazioni delle aziende petrolifere presenti nella zona e ha chiesto a tutti gli stranieri presenti di lasciare la regione.

“Non vogliamo ferire alcuno straniero, per questo chiediamo loro di uscire dal nostro territorio” ha detto Horsefall in un’intervista all’agenzia Afp. Un invito che almeno una grossa multinazionale del petrolio sembra aver raccolto, visto che ieri ha invitato il proprio personale a lasciare Port Harcourt in attesa che la situazione si calmi. Un centinaio di miliziani separatisti si sono comunque impadroniti di una piattaforma petrolifera nel Golfo di Guinea, appartenente alla compagnia americana `Chevron`; hanno neutralizzato le sei guardie e le hanno disarmate, infine hanno imposto la chiusura della struttura.

Intanto la polizia nigeriana ha diffuso un comunicato nel quale si precisa che Dokubo Asari è stato “invitato” ad Abuja per rispondere di recenti dichiarazioni “sediziose” rilasciate alla stampa. In un’intervista pubblicata il 10 settembre scorso dal quotidiano Daily Indipendent, Asari aveva definito il governo nigeriano “un’entità malvagia”, precisando che il suo movimento avrebbe “continuato a combatterla” nel tentativo di vederla “dissolta e disintegrata”.

Un tribunale di Abuja ha intanto confermato il fermo di Alhaj Dokubo Asari, precisando che resterà in carcere per almeno due settimane. Poco dopo il ministro della giustizia nigeriano, Bayo Ojo, incontrando alcuni giornalisti fuori dal tribunale ha fatto sapere che nei confronti del capo della ‘Forza volontaria popolare del Delta del Niger’ (Ndpvf) “verranno depositate accuse di tradimento e sedizione”. “Abbiamo due settimane di tempo per riempire gli incartamenti necessari a portare Asari di fronte all’Alta Corte federale” ha detto Ojo.

L’Ndpvf è una milizia separatista composta soprattutto giovani appartenenti al gruppo etnico degli Ijaws ed è stata ufficialmente dichiarata fuorilegge. Lo scorso anno lo stesso presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, aveva raggiunto un accordo col gruppo per fermare i continui attacchi contro le strutture petrolifere gestite da multinazionali straniere; i miliziani, in sostanza, contestano lo sfruttamento del “loro” petrolio greggio da parte delle principali società petrolifere del mondo.

Il Delta del Niger produce la maggior parte dei circa 2,5 milioni di barili al giorno che la Nigeria esporta. Un settore importante che però non coinvolge minimamente la popolazione della zona.

[MZ] – NIGERIA 22/9/2005

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