L’uomo sarebbe stato prelevato nella città di Port Harcourt per presunte attività di commercio d’armi, a pochi giorni di distanza dall’arresto – a Londra – del governatore dello Stato di Bayelsa, fermato dagli uomini di Scotland Yard con l’accusa di riciclaggio di denaro in Gran Bretagna.
A Dokubo, capo della ‘Forza volontaria popolare del Delta del Niger’ (Ndpvf), sarebbero invece contestate le “minacce” rivolte contro gli interessi inglesi nel Paese in rappresaglia all’arresto del governatore.
Ieri i suoi seguaci – una milizia separatista composta soprattutto dal gruppo Ijaws, addestrata in campi militari segreti e comunque dichiarata fuorilegge – avevano lanciato un ultimatum alle autorità, chiedendo la scarcerazione di Dokubo sotto la minaccia di ulteriori violenze.
A ottobre, con la mediazione del presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, era stato raggiunto una tregua per fermare i continui attacchi contro strutture petrolifere gestite da multinazionali straniere; i miliziani, in sostanza, contestano lo sfruttamento del “loro” petrolio greggio da parte delle principali società petrolifere del mondo: dal Delta del Niger proviene la maggior parte dei circa 2,5 milioni di barili al giorno che la Nigeria esporta, senza alcun tipo di vantaggio economico per gli abitanti di queste zone, che ne subiscono invece le conseguenze: impoverimento del terreno, inquinamento, grandi infrastrutture che devastano l’ambiente.
[EB] – NIGERIA 21/9/2005