L`unica denuncia sino ad oggi pervenuta ad un compagno della Rete Antirazzista Siciliana di Ragusa riporta in ordine i seguenti reati:
a) al reato p. e p. dagli artt. 110 C.P. e 18 R.D. 18 /06/1931 n. 7773 perché in concorso tra loro, promuovevano una riunione in luogo pubblici senza darne avviso, almeno tre giorni prima , al questore;
b) al reato p. e p. dagli artt. 110 e 337 C.P. perché in concorso tra loro, usavano violenza ai funzionari della Digos di Ragusa Giorgio Cavalieri, Giuseppe Inchisciano, Giuseppe Ascone, Giovanni Dino, Maria Battaglia e Giuseppina Distefano, mentre compivano un atto del loro ufficio, penetrando con violenza all`interno dell`area recintata del Centro di Permanenza Temporanea ubicato in Ragusa, via Napoleone Colajanni;
In Ragusa , 1/08/2005.
La Rete Antirazzista Siciliana di Ragusa, di fronte alla assurdità delle imputazioni inviate ai 19 partecipanti del Campeggio Antirazzista Nazionale,
svoltosi a Licata dal 24 Luglio al 6 Agosto, ribadisce il proprio stupore di fronte alla decisione di voler perseguire giuridicamente chi quel giorno ha dato vita ad una iniziativa che si è svolta in maniera assolutamente pacifica sotto gli occhi di decine di persone, della stampa e delle televisioni locali e amministratori pubblici.
Un iniziativa pacifica e contenuta ma determinata che ha permesso di poter
parlare con le migranti rinchiuse dentro la galera etnica, detta Cpt, e poter venire a conoscenza della presenza nel “cpt” di 11 richiedenti asilo trattenute al suo interno e che non avrebbero dovuto essere rinchiuse in quel non luogo.
L`iniziativa di giorno 1 Agosto, per il quale sono indagati 19 persone ha permesso la denuncia di questa situazione di violazione della stessa legge razzista Bossi – Fini e la liberazione giorno 5 Agosto del primo gruppo di richiedenti asilo e domenica 18 Settembre di altre 4 sorelle migranti richiedenti asilo.
La liberazione di queste donne implica il riconoscimento della giustezza delle richieste degli antirazzisti avanzate durante il presidio e l`ingresso nel primo cancello che separa queste donne dai loro diritti.
Il tentativo persecutorio imbastito dalla Procura della Repubblica di Ragusa ha il chiaro carattere di attacco politico contro chi da tempo svolge attività di solidarietà, monitoraggio e informazione ai migranti dei loro diritti affinché questi non vengano negati.
Le denuncie non fermeranno le nostre lotte e denuncie contro i Cpt a Ragusa
e ovunque. La nostra opera di monitoraggio e denuncia proseguirà come
sempre, consapevoli adesso più di prima di essere nel giusto.
Rete Antirazzista Siciliana di Ragusa, 20 agosto 2005.