Il numero dei rifugiati è così salito a poco meno di 10.000, secondo le stime diffuse oggi dal Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp), l’agenzia dell’Onu per l’alimentazione.
Lisetta Trebbi, responsabile locale del Pam, ha affermato che circa 200-300 arrivano in Etiopia ogni mese, in maggioranza giovani tra i 18 e i 30 anni che rifiutano di prestare il servizio militare o scappano affermando di subire repressione politica. Per ora vengono accolti in un campo profughi che si trova a una sessantina di chilometri dalla frontiera dei due Paesi, chiusa dopo la guerra che tra il 1998 e il 2000 ha provocato alcune decine di migliaia di vittime.
Nei giorni scorsi anche l`agenzia MISNA ha ricevuto segnalazione di giovani e famiglie perseguitate dal regime del presidente Isaias Afeworki; in particolare, sono segnalati arresti tra famiglie accusate di aver fatto fuggire i propri figli all’estero sottraendoli così al servizio militare obbligatorio. Centinaia di giovani sono “reclusi” a Sawa, una località isolata del bassopiano occidentale, dove sorge una sorta di campus gestito dall’esercito nel quale l’ultimo anno di scuole superiori è affiancato alla formazione militare.
Tra le altre denunce, alcune riguardano il campo di detenzione di Wia, in Dancalia, in una delle aree più calde del pianeta, dove – secondo molte organizzazioni per i diritti umani ed esponenti della diaspora – i giovani vengono sottoposti a gravi maltrattamenti e a continue violazioni. Restano ancora senza conferma le notizie dell’uccisione tramite fucilazione di alcuni giovani disertori.
[EB] – ERITREA 14/9/2005