Dopo gli spiragli degli ultimi giorni che hanno portato i sette maggiori partiti del disciolto parlamento a proporre ai capi della rivolta maoista incontri per trovare linee comune di azione a favore della risoluzione della travagliata vicenda del Nepal e la conseguente proclamazione di un “cessate il fuoco” unilaterale da parte della rivolta stessa, nuove drammatiche giungono dalla capitale Kathmandu.
Il 13 settembre 2005 sono stati eseguiti oltre “500” arresti durante una dimostrazione a favore della democrazia.
La manifestazione, come molte altre che riguardano Kathmandu, aveva preso il via dalla zona delle principali fermate bus della città: Ratna Park. Ancora una massa incalcolabile di persone che con coraggio tentavano di far sentire al Paese ed al mondo la loro voce ed il loro totale dissenso contro il perdurare del regime autoritario ed anti-democratico instaurato da Re Gyanendra lo scorso 1 febbraio.
La Polizia è immediatamente intervenuta e sono iniziati gli scontri. Pare che anche molti giornalisti siano stati coinvolti.
Tra gli arrestati figurano sicuramente:
– Madhav Kumar Nepal (segretario del Partico Comunista);
– Bam Dev Gautam e Amrit Bohora (Partito del Congresso);
– Ram Chandra Poudel, Khum Bahadur Khadka e Ram Saran Mahat (Fronte del Nepal Popolare);
– Amik Sherchan (Fronte Unito della Sinistra).
Sembra tuttavia che il numero possa anche “lievitare” ed arrivare intorno a “600”!
Intanto, da una zona “calda” del centro, Gorka, giungono notizie che sembrano confermare l’interruzione del “cessate il fuoco” con i guerrieri maoisti che avrebbero “rapito” circa 200 civili durante un’azione che avrebbe causato anche qualche vittima tra la popolazione.
La sensazione pare nuovamente precipitare forse rendendo sempre più indispensabile l’intervento di forze esterne neutre di mediazione.
Marco Banchelli