Trafficking

Prostituzione minorile: un dramma anche in Italia

  Prostitute dall’età di 7 anni. Non è una leggenda, ma la triste realtà per circa 2000 bambine coinvolte nei loschi traffici del mercato del sesso italiano. Lo rivela l’ultimo rapporto sulla prostituzione minorile in Italia, realizzato dall’Osservatorio dell’Asl di Rimini.
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Prostitute dall’età di 7 anni. Non è una leggenda, ma la triste realtà per circa 2000 bambine coinvolte nei loschi traffici del mercato del sesso italiano. Lo rivela l’ultimo rapporto sulla prostituzione minorile in Italia, realizzato dall’Osservatorio dell’Asl di Rimini. Un quadro a dir poco allarmante che va a completare quello ricavato nel 2003 dalle Nazioni Unite: sono stati stimati 1,2 milioni i minori di 18 anni vittime di tratta, nel mondo, ma concentrati soprattutto in Europa, dove il fenomeno sarebbe addirittura raddoppiato negli ultimi 3 anni.

Venduti, comprati, rapiti o adescati, i bambini e gli adolescenti vengono sfruttati principalmente dall’industria del sesso e della prostituzione; ma anche nell`accattonaggio, in attività illegali come i furti, nelle adozioni illegali, nel traffico di organi e in lavori irregolari. Piccole vite che nelle mani dei maestri del Child Trafficking assumono un valore irrisorio: dai 7.000 ai 15.000 euro.

Sono numeri agghiaccianti, quasi irreali dopo anni di lotte a favore di diritti infantili e pari opportunità. Ma la tratta degli schiavi non è solo un vago ricordo che odora di scuola e libri di storia. “Cambiano le rotte, le destinazioni e le forme, ma il commercio di esseri umani continua ad esistere” afferma Carlotta Sami, coordinatrice italiana di ‘Save the Children’, organizzazione internazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dell`infanzia.

Con il briefing ‘La punta dell’iceberg’, Save the Children si è occupata del problema della tratta infantile lo scorso 23 agosto, in occasione della Giornata Internazionale in Ricordo del Commercio degli Schiavi e della sua Abolizione. Attraverso uno studio approfondito del caso, l’Organizzazione ha preso in esame alcuni paesi tra quelli di provenienza, di transito e di destinazione finale.

Secondo il `Rapporto informativo sulla tratta di minori in Bulgaria, Danimarca, Italia, Romania, Spagna e Regno Unito` che ne è stato redatto, il reclutamento dei minori da destinare alla tratta avviene su base locale, nelle zone più povere e svantaggiate dei paesi di origine. Annunci pubblicitari sui giornali, false promesse di lavoro o anche annunci di matrimonio sono l’ ‘esca’ per attirare le piccole vittime. Non basta: è facile che ci sia anche il coinvolgimento di genitori, parenti e amici nel reclutamento dei minori.

Dai Paesi di origine, quali Albania, Moldavia, Romania, Ucraina, Russia, gli stati del Baltico e la Nigeria, provengono la maggior parte delle giovani vittime. Film pornografici, prostituzione, pedo-pornografia su Internet sono per loro la cruda realtà quotidiana. Anche in Italia, luogo di transito e di destinazione, la tratta dei minori è strettamente legata allo sfruttamento sessuale. Ma negli ultimi 10 anni si sono aggiunte altre forme di sfruttamento e abuso: accattonaggio, adozioni illegali, attività di micro-criminalità, lavoro minorile.

Secondo la Procura Distrettuale Antimafia, fino all’agosto del 2004 sono stati 131 i procedimenti penali per altrettante vittime, di cui 29 minori, legati al reato della riduzione in schiavitù. Ma questa – appunto – non è che la punta dell’iceberg. “Si tratta di cifre esigue rispetto ad un fenomeno che resta in gran parte sommerso” spiega infatti Carlotta Sami “Una delle ragioni di ciò sta nel mancato riconoscimento dei minori vittime di tratta in quanto tali”. In Italia, infatti, sono molti i minori stranieri non accompagnati che, in condizioni di reale sfruttamento, non vengono riconosciuti come vittime di tratta: con serie e problematiche conseguenze.

“La legge prevede infatti, per le vittime di tratta, uno speciale permesso di protezione sociale e dei percorsi di riabilitazione e reintegrazione” prosegue la Coordinatrice dei Programmi di Save the Children Italia “mentre ai minori stranieri non accompagnati viene riconosciuto un semplice permesso di soggiorno per minore età. Se consideriamo che i minori stranieri non accompagnati in Italia sono migliaia, possiamo dedurre che molti sono i minori ai quali viene negata la protezione a cui avrebbero diritto”.

In che modo, dunque, è possibile arginare il fenomeno? Save the Children propone alcune raccomandazioni sottolineando l’importanza di adottare politiche efficaci di protezione e reinserimento delle vittime di tratta. E’ necessario in particolare individuare e ‘agganciare’ le vittime nei luoghi dove avviene lo sfruttamento, cioè per strada ma anche in locali e spazi al chiuso. Occorre, inoltre, rendere più efficace l`intervento di contrasto da parte delle Forze dell`ordine e della Magistratura, proporre alle vittime percorsi di integrazione credibili e adottare politiche di prevenzione nei paesi d`origine.

In Italia le regioni nelle quali i reati legati alla pedopornografia, negli ultimi anni, hanno assunto proporzioni piu` allarmanti, sono la Lombardia, la Sicilia e il Lazio. I dai, aggiornati al 2002, sono stati resi noti dal Centro Demoscopico Cierre Ricerche che ha tracciato una graduatoria delle regioni italiane in base all`indice complessivo di pedopornografia.

Ne risulta una triste e preoccupante ‘classifica’, all’interno della quale la Lombardia, anche per quanto riguarda la localizzazione dei soggetti indagati per pedofilia on-line, si colloca al primo posto fra le regioni italiane in cui è stato localizzato il maggior numero di soggetti indagati. Un primato di cui certo non c’è da vantarsi.

Gianna Pisicoli, 02/09/2005

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