Guerre dimenticate

Uganda: mille persone muoiono ogni settimana nei campi profughi

  Circa un migliaio di persone muore ogni settimana all`interno dei cosiddetti `villaggi protetti` del Nord Uganda, secondo quanto riferisce un rapporto divulgato dall`agenzia missionaria Misna.
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Si tratta di agglomerati di fatiscenti capanne, `vigilati` sporadicamente da piccoli drappelli di militari, nei quali il governo di Kampala ospita il milione e mezzo di sfollati causatidagli attacchi dell`Esercito di resistenza del signore (Lra), il sedicente movimento ribelle che dal 1986 sconvolge i distretti settentrionali.

Il dato emerge dalle analisi preliminari di un rapporto messo a punto da governo ugandese, agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni non governative.

Ampi stralci del rapporto – intitolato “Indagine su tasso di mortalità in nord Uganda” – sono comparsi sulla stampa ugandese, che sottolinea come tra gli altri dati emerga quello relativo al tasso di mortalità infantile,quasi doppio rispetto allo standard internazionale.

L`indagine è stata condotta sulla totalità degli sfollati che vivono nei campi di Gulu, Kitgum e Pader tra il gennaio e il luglio 2005. Secondo il rapporto, oltre alla violenza e alla malaria, la principale causa di morte all`interno dei campi è rappresentata dalla Sindrome da immunodeficienza acquisita (Sida/Aids).

Il direttore dei servizi medici del ministero della Salute di Kampala ha evidenziato che il rapporto potrà essere unostrumento utile per il governo nella messa a punto del prossimo piano di emergenza nazionale.

Nei giorni scorsi l`Arcivescovo di Gulu, capoluogo dell`omonimo distretto settentrionale ugandese, monsignor John Baptist Odama, aveva evidenziato anche il drastico aumento dei suicidi all`interno dei `villaggi protetti`.

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