Donne e diritti

Etiopia: la campagna di `Equality now` contro la violenza di genere

  Il 9 maggio 2005 è entrato in vigore il nuovo codice penale etiope. In esso è stata rimossa l`esenzione per i delitti di rapimento e stupro qualora fosse un marito a commetterli a danno della moglie. "Equality Now" sta conducendo una campagna affinché la legge venga adeguatamente applicata, anche attraverso l`istruzione al proposito dei funzionari di polizia.
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Il 9 maggio 2005 è entrato in vigore il nuovo codice penale etiope. In esso è stata rimossa l`esenzione per i delitti di rapimento e stupro qualora fosse un marito a commetterli a danno della moglie. Rapimento e stupro sono crimini per la legge etiope, ma gli articoli 558 e 599 del vecchio codice penale (1957) stabilivano che se essi venivano commessi all`interno del matrimonio, il criminale non dovesse risponderne.

“Equality Now” lanciò la campagna per la riforma del Codice nel 2002, chiedendo al governo etiope di onorare le disposizioni relative all`eguaglianza fra i sessi scritte nella Costituzione del paese e nelle leggi internazionali, e quindi di abolire questa eccezione legale.

La campagna mise in luce il caso di Woineshet Zebene Negash: nel 2003, all`età di 13 anni era stata rapita e stuprata da Aberew Jemma Negussie, che l`aveva portata via dal villaggio in cui viveva con la madre e i nonni, nella zona sudorientale dell`Etiopia. Due giorni dopo la ragazza fu soccorsa e Aberew Jemma Negussie fu arrestato.

Dopo essere stato rilasciato su cauzione, Aberew Jemma Negussie rapì Woineshet di nuovo, e la tenne prigioniera per più di un mese. La ragazza riuscì a fuggire, ma non prima che lui l`avesse costretta a firmare un certificato di matrimonio.

È una “pratica tradizionale”, in Etiopia, che una ragazza venga rapita da un gruppo di giovani: dopo di che viene stuprata da quello che intende sposarla, e che può essere qualcuno che lei conosce o un totale sconosciuto. Dopo di ciò, gli anziani del villaggio del violentatore si scusano con la famiglia della ragazza, e chiedono ai suoi genitori se acconsentono al matrimonio.

La famiglia dà sovente il proprio consenso, perché per un uomo è socialmente inaccettabile sposare una ragazza non più vergine. In alcuni casi, il rapitore tiene la ragazza nascosta, e continua a violentarla fino a che non rimane incinta: in questo caso, la famiglia di lei sente di non aver altra opzione che acconsentire al matrimonio.

Sebbene casi di rapimento e stupro vengano denunciati alle autorità etiopi, i procedimenti legali sono rari, e rarissime le condanne. Nel caso di Woineshet Zebene Negash, il suo rapitore fu condannato il 22 luglio 2003 a 10 anni di carcere, ed i suoi quattro complici ad 8, rendendo questo processo il primo in cui anche i complici venivano condannati.

Tuttavia, solo quattro mesi più tardi, L`Alta Corte della zona di Arsi cancellò in appello il verdetto del Tribunale di primo grado, ed il 4 dicembre 2003 i cinque uomini vennero rilasciati.

A Woineshet Zebene Negash non fu notificato l`appello del dicembre 2003, né le fu data l`opportunità di presentarsi. Il giudice Biyo Ube che presiedeva la Corte motivò il suo rovesciamento della sentenza precedente con la frase “l`evidenza suggerisce che l`atto fosse consensuale”, senza però citare alcuna particolare evidenza che contestasse i fatti del rapimento e dello stupro che avevano portato i cinque uomini in prigione.

Il giudice Ube, come disse anche al “Washington Post” il 7 giugno 2004, non

credeva che Woineshet fosse stata rapita e stuprata perchè non c`erano rapporti medici che potevano stabilire se era stata una “vergine fresca” prima del fatto, e quindi perché “nessuno vuole stuprare una che non è vergine”. Il pubblico ministero Tolcha fece eco all`opinione del giudice: “penso che Woineshet fosse una di quelle che ti dicono: `Per favore, stuprami`”.

Il codice penale etiope nel definire il crimine dello stupro non menziona la verginità, né limita in alcun modo di perseguire il crimine solo qualora esso venga commesso su vergini. L`Associazione delle Avvocate Etiopi, che aveva fornito assistenza legale a Woineshet, presentò un nuovo appello per tentare di raddrizzare l`ingiustizia.

L`appello arrivò alla Corte Suprema di Addis Abeba nel dicembre 2004, ma essa stabilì che non vi era materia sufficiente per riaprire il processo. Un nuovo appello che metteva in luce le gravi irregolarità della sentenza fu presentato due giorni dopo, ed il caso verrà discusso dalla Corte Suprema di Oromia questo mese.

L`articolo 25 della Costituzione della Repubblica Federale d`Etiopia proclama l`eguaglianza di ogni cittadino/cittadina davanti alla legge senza alcuna discriminazione, e l`articolo 35 proclama l`eguaglianza delle donne anche nel matrimonio, nonché il loro diritto di essere libere da pratiche tradizionali dolorose o dannose. Inoltre, l`Etiopia ha firmato la Convenzione sull`eliminazione di tutte le forme di discriminazione verso le donne (Cedaw), che stabilisce la protezione legale dei diritti delle donne su una base uguale a quella degli uomini, e l`eguaglianza di donne ed uomini di fronte alla legge.

“Equality Now” sta conducendo una campagna di pressione diretta al ministro della giustizia, affinché la legge contro il rapimento e lo stupro venga adeguatamente applicata, anche attraverso l`istruzione al proposito dei funzionari di polizia, ed affinché il caso di Woineshet ottenga giustizia.

Per contatti e-mail: info@equalitynow.org

Fonte: “La nonviolenza è in cammino”, Foglio quotidiano di approfondimento del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Numero 996 del 19 luglio 2005. Traduzione dall’inglese di Maria G. Di Rienzo.

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