Industria del sesso

Si incrementa la prostituzione in Iraq

  Aumenta la presenza del fenomeno nel paese, soprattutto verso nord. La riduzione delle limitazioni sugli spostamenti che permette agli arabi di recarsi più liberamente nelle zone kurde – che sono considerate più sicure di altre parti del paese – ha portato più prostitute e clienti al nord.
Condividi su print
Condividi su email
Condividi su whatsapp
Condividi su facebook

Gli affari vanno alla grande per Nasrin, prostituta e maitresse, da quando è caduto Saddam Hussein. La riduzione delle limitazioni sugli spostamenti che permette agli arabi di recarsi più liberamente nelle zone kurde – che sono considerate più sicure di altre parti del paese – ha portato più prostitute e clienti al nord.

“Prima, riuscivamo a stento a trovare da quattro a cinque clienti”, dice Nasrin, che non vuole dare il suo vero nome. “Ma adesso ci sono alcune prostitute che possono trovare 30 uomini al giorno”.

Nasrin fa parte di una rete di 73 prostitute per le quali a volte fa da maitresse, prendendo la metà di quello che guadagnano. La maggior parte sono povere e disoccupate, dice, e guadagnano 1.000-25.000 dinari (da 70 cent a 18 dollari Usa) a cliente, a seconda del cliente, dato che i funzionari governativi e gli uomini d’affari ricchi pagano di più.

“La perdita di speranza nella vita e la povertà ci hanno portato alla prostituzione”, dice Nasrin.

La rete di Nasrin ha presentato una petizione al ministero degli interni del Kurdistan iracheno, chiedendo aiuto nel cercare lavoro, in modo da poter abbandonare la prostituzione. Finora non hanno ricevuto alcuna risposta.

Il maggiore Muhammed Tahir, un comandante di reparto della polizia di Sulaimaniya, riconosce che la prostituzione è in aumento, poiché le prostitute arabe arrivano nella zona dalle regioni centrali e meridionali del paese.

Di recente, un gruppo di sei donne kurde e arabe sono state arrestate come parte di un giro di vite da parte del governo sulla prostituzione. Anche le forze di sicurezza stanno cercando di combattere la sua diffusione, tentando di impedire alle donne di viaggiare da sole, anche se non c’è nessuna norma ufficiale che vieti loro di farlo.

“Stiamo cercando di impedire la prostituzione, perché ha brutte conseguenze per la nostra società”, dice Tahir.

Ma altri nelle forze di polizia ritengono che le storie che parlano di un aumento rapido della prostituzione siano esagerate.

“Anche se la prostituzione viene svolta in segreto, siamo in grado di controllarla”, dice il capo della polizia di Sulaimaniya, maggiore Rizgar Aziz.

Nasrin dice che molti poliziotti sono parte del problema, dato che chiedono alle prostitute che arrestano di fare sesso con loro. “Siamo il gruppo più svantaggiato della comunità”, dice.

Runak Faraj, una programme manager al Centro femminile per la cultura e i media, che sta facendo uno studio sulla prostituzione, dice che c’è bisogno di agire con urgenza.

“Se non verranno fatti tentativi per controllare il fenomeno, temiamo una diffusione dell’AIDS, perché qui la consapevolezza sessuale è molto debole ”, dice la Faraj.

Di: Frman Abdul-Rahman (tirocinante dell’Institute for War and Peace Reporting a Sulaimaniya). Traduzione di Ornella Sangiovanni. 27.07.2005

 Questa storia è stata letta 2959 volte

Suggeriti per te:

Condividi su facebook
Condividi su email
Condividi su whatsapp

Laterza editore

Lo sfruttamento nel piatto

Le filiere agricole, lo sfruttamento schiavile e le vite di chi ci lavora


Nuova edizione economica a 11 €

Lo sfruttamento nel piatto

Ricominciano le presentazioni del libro! Resta aggiornato per conoscere le prossime date