Nel marzo scorso il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite approvó il deferimento della questione alla Cpi grazie all`astensione di Washington, che aveva ottenuto garanzie di immunità per i cittadini statunitensi in Sudan.
E` la prima volta che il massimo organismo dell`Onu deferisce una questione alla Cpi e la decisione è stata presa dopo le pesanti accuse al governo sudanese di non fare abbastanza per fermare le violenze delle milizie arabe contro i villaggi cristiani.
L`apertura dell`indagine è stata ordinata dal procuratore capo Luis Moreno Ocampo, che ha ricevuto i documenti della Commissione internazionale di inchiesta sul Darfur. Si tratta di nove pesanti faldoni contenenti i materiali del gruppo di lavoro voluto da Kofi Annan e guidato dal giurista italiano Antonio Cassese. Gli inquirenti, dopo un lavoro sul terreno durato alcuni mesi, hanno rilevato gli estremi per l`ipotesi di reato di crimini contro l`umanità.
“L`ufficio del Procuratore”, si legge sul comunicato, ha “raccolto informazioni da una varietà di fonti e migliaia di documenti”. Gli inquirenti hanno avuto anche la collaborazione di una cinquantina di esperti. “L`indagine”, ha dichiarato il procuratore capo, “richiederà collaborazione sostanziale sia dalle autorità nazionali che da quelle internazionali. Sarà parte di uno sforzo collettivo, completando le iniziative dell`Unione Africana, per mettere fine alla violenza in Darfur e promuovere la giustizia”.
Secondo Ocampo, “i tradizionali meccanismi africani possono essere uno strumento importante per integrare questi sforzi e raggiungere una riconciliazione a livello locale”.
Stando alle stime delle Nazioni Unite, sono due milioni i civili coinvolti nelle violenze innescate all`inizio del 2003 dall`insurrezione armata di due gruppi ribelli per protestare contro l`esclusione da parte del governo di Khartoum. Secondo alcune fonti, le vittime potrebbero già essere più di 180mila. Il rapporto della commissione Cassese contiene anche i nomi di una cinquantina di persone, tra cui ufficiali dell`esercito ed esponenti del governo, accusate di gravi violazioni dei diritti umani.
AGIonline, 06.06.2005