Referendum legge 40: `sul nostro corpo Ã...

Il 12 giugno: 4 volte Sì

Referendum legge 40: `sul nostro corpo è nostra la parola`

  Appello della Casa Internazionale di Roma alle donne: il rischio di una sconfitta sarebbe un ritorno indietro per tutte e per gli spazi della libertà femminile.
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APPELLO

Noi donne della Casa Internazionale di Roma ci rivolgiamo alle donne perché si assumano la responsabilità degli esiti del referendum: il rischio di una sconfitta sarebbe un ritorno indietro per tutte noi e per gli spazi della libertà femminile.

Nella raccolta delle firme abbiamo lavorato insieme, convinte che la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita fosse una legge contro il nostro diritto alla scelta e contro le speranze di fecondità di tanti e tante.

E’ necessario ora che ritroviamo la stessa passione nel prendere la parola sul nostro corpo, come abbiamo già fatto in difesa delle legge 194 (interruzione volontaria di gravidanza) quando in modo autorevole ed autonomo abbiamo rivendicato la nostra soggettività e la necessità di porre dei limiti al potere politico e giuridico, per lasciare alle scelte personali la definizione dei comportamenti individuali.

Nella legge 40, per la prima volta, le diverse commissioni di bioetica si sono esercitate su una materia che riguarda la riproduzione; hanno voluto ignorare il sapere offerto dal femminismo, dai settori più avvertiti della scienza medica e dalla psicoanalisi, e hanno elaborato formule che negano il corpo delle donne e la sua autonomia.

La legge rappresenta una evidente regressione: tratta il nostro corpo come se fosse solo un oggetto – contenitore, ne nega la soggettività, impone regole ingiustificate e crudeli.

Tutto l’impianto di questa legge cancella sotto una mistificante cultura bio-patriarcale quelle conquiste di civiltà e di etica della relazione che abbiamo affermato nella nostra lunga elaborazione ed esperienza.

VOTATE SI

Per riaffermare la prima delle capacità decisionali, l’autodeterminazione come responsabilità del proprio corpo

Per non permettere che il nostro corpo sia immaginato e definito come puro contenitore

Per non cancellare la dimensione etica della relazione e della libera soggettività

Casa Internazionale delle Donne, Avviso alle naviganti, n°41 del 31 maggio 2005, Roma

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