Trafficking

Albanesi e cinesi: insieme per gestire il traffico di migranti

  Documentato per la prima volta in Italia un sodalizio criminoso tra cinesi e albanesi per gestire l`affare d`oro del traffico di migranti.
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Un sodalizio criminale per gestire la tratta di migranti dalla Cina: lo hanno formato albanesi e cinesi della comunità di Prato (la più popolosa in Italia), ed è stato scoperto dagli investigatori della Direzione investigativa antimafia di Firenze in collaborazione con i carabinieri del comando pratese.

L`operazione “Alleanza”, scattata dopo le telefonate che un albanese faceva col cellulare di un cinese al consolato di Albania per avere informazioni sui visti, ha portato all`emissione di 26 misure di custodia cautelare in carcere e a quattro fermi. I destinatari dei provvedimenti sono tutti cinesi, mentre 10 albanesi sono stati segnalati. I reati contestati sono: associazione a delinquere, favoreggiamento dell`immigrazione clandestina, sequestro di persona, estorsione, rapina, detenzione di armi e falso documentale.

La tratta di migranti avveniva sulla linea Pechino-Algeri-Spagna-Parigi, ma soprattutto sull`asse Pechino-Grecia-Albania-Ancona. Dalla Cina i migranti sbarcavano in Albania; qui venivano tenuti nascosti per un mese dopo di che venivano trasportati su un gommone ad Ancona, poi Bologna, infine Prato.

Un altro metodo usato per far arrivare nel nostro paese i migranti era quello dei passaporti “in affitto”. Un corriere portava in Cina diversi passaporti di persone in regola. A questo punto veniva sostituita la foto del titolare con quella della persona che si apprestava a partire, la quale, in questo modo, aveva libero accesso in Italia. Giunta a destinazione il documento veniva restituito al proprietario, che otteneva 500 euro in cambio della collaborazione.

Il 10 maggio 2004 la Dia aveva fermato a Fiumicino un cinese, che fungeva da corriere, trovato in possesso di 9 passaporti e 20 permessi di soggiorno che venivano affittati dai legittimi proprietari. solo per il passaporto, i migranti pagavano fino a 500 euro.

I cinesi avevano affari con gli albanesi anche per l`acquisto di proiettili per pistole e droga (ecstasy e cocaina). Inoltre, la banda criminale cinese non era dedita solo al traffico di esseri umani: era specializzata in rapine, estersioni e sequestri di persona, reati che avevano sempre come obiettivi connazionali. Dal dicembre 2002 ad oggi sono state 20 le rapine, compiute nelle province di Firenze, Prato, Mantova, Padova e Treviso, accertate dagli investigatori. Spesso i malviventi avevano un basista all`interno dell`azienda o dell`attività commerciale del titolare che veniva rapinato. Otto le estorsioni compiute, due i sequestri di persona, uno a scopo di rapina e uno per estorsione.

Il gruppo cinese, a sua volta era diviso in due tronconi: uno definito dei “francesi”, perché operava anche sul territorio transalpino (uno degli indagati è anche responsabile dell’omicidio di un ristoratore cinese), e quello dei fiorentini.

Ci sono voluti due anni e mezzo di indagini e di un complesso lavoro di intelligence da parte della Dia di Firenze e del Comando provinciale dei carabinieri di Prato per riuscire a smantellare un`organizzazione così ben strutturata.

Fonte: Toscana TV, http://www.toscanatv.com

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