Il New York Times ha pubblicato ieri ampi stralci di un rapporto interno di 2000 pagine dell’esercito americano in cui si evidenzia che anche nel carcere di Bagram – come già accaduto in quello iracheno di Abu Ghraib o a Guantanamo – i militari Usa si sono macchiati di violenze e soprusi ai danni dei loro prigionieri, fino a causare la morte di almeno due di loro.
Le vittime di cui si è a conoscenza sono un ventiduenne conducente di taxi, conosciuto come Dilawar, e Habibullah entrambi morti nelle celle della base Usa a nord di Kabul nel dicembre 2002.
Il presidente afghano Hamid Karzai, in partenza proprio per Washington dove andrà a trattare un pacchetto di aiuti non inferiore a 15 miliardi di dollari l’anno – l’80% per cento per spese militari – ha detto oggi di essere rimasto profondamente scioccato dal rapporto chiedendo a nome del suo governo la custodia di tutti i prigionieri afghani e il controllo sulle operazioni militari americane.
“Vogliamo che il governo Usa intraprenda un`azione molto, molto forte, per mandare via gente simile” ha detto Karzai alla stampa. Secondo il rapporto militare americano, Dilawar era stato incatenato con i polsi alla parte alta della sua cella per diversi giorni prima di morire, mentre le guardie lo colpivano sulle gambe. I fatti di Bagram sono ora al centro di un`inchiesta, anche se le autorità Usa li hanno definiti episodi `isolati`.
[MZ] – AFGHANISTAN 21/5/2005