Sono queste le conclusioni di un’inchiesta pubblicata dal quotidiano ‘O Globo’, uno dei principali e più diffusi giornali del Paese di proprietà del primo gruppo editoriale brasiliano.
Il servizio, pubblicato con titolo in prima pagina sull’edizione di ieri, si basa su una serie di documenti segreti rinvenuti nel corso di un’inchiesta condotta tra San Paolo, Buenos Aires e Washington.
Secondo il quotidiano carioca, aziende come Volkswagen, General Motors, Chrysler, Firestone e Phillips avrebbero partecipato con loro rappresentanti alla realizzazione di “centrali di spionaggio” all’interno delle fabbriche.
Secondo la ricostruzione dei giornalisti del ‘Globo’, la collaborazione tra le multinazionali e il regime militare cominciò nel 1969, al termine di una riunione tra i responsabili per la sicurezza delle aziende, il capo di San Paolo del Dipartimento per l’ordine politico e sociale (Dops – la polizia politica del regime), Israel Alves dos Santos Sobrinho, e il maggiore dell’esercito Vicente de Albuquerque.
In quell’occasione furono composti gruppi di lavoro e definite le modalità con cui spiare i dipendenti all’interno delle fabbriche, soprattutto nell’area di San Paolo.
Secondo la ricostruzione, la collaborazione si sarebbe protratta per almeno un decennio, visto che nel 1978 la Federazione delle industrie di San Paolo (Fiesp) arrivò a chiedere l’invio di militari per reprimere gli scioperi sempre più frequenti nell’area paulista, dove nel frattempo muoveva i primi passi da sindacalista l’attuale presidente della Repubblica, Luiz Inácio Lula da Silva.
Per il momento, aziende come la Volkswagen hanno negato qualsiasi coinvolgimento, mentre altre hanno evitato di commentare l’inchiesta. Fino a poche settimane fa, sollecitate sulla questione – della quale si parla da tempo, in Brasile – le multinazionali avevano ancora una volta negato qualsiasi coinvolgimento con il regime militare.
[LL] – BRAZIL 17/5/2005