CRBM – Campagna per la riforma della Banca Mondiale – Mani Tese
giovedì, 12 maggio, 2005
Oggetto: Preoccupazioni in relazione al comportamento di Acea S.p.A. nel Sud del mondo
Roma, 9 maggio 2005
Gent.mo Sindaco Veltroni,
la Campagna per la riforma della Banca Mondiale e Mani Tese sono tra i soggetti animatori di Tradewatch, l`osservatorio italiano sul commercio internazionale, legato alla campagna internazionale “Our World is Not For Sale”.
In questo ambito è al centro del nostro interesse il tema del “commercio” dei servizi ed il relativo tentativo di regolarlo all`interno dell`Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). In particolare, la nostra attenzione è rivolta al fenomeno della privatizzazione dei servizi essenziali locali nei paesi del Sud del mondo, a beneficio spesso principalmente delle imprese del Nord del mondo.
Consci della Sua attenzione alle tematiche relative agli squilibri tra Nord e Sud del pianeta ed ai rischi in cui incorrono i più poveri del Sud in relazione al fenomeno di una globalizzazione non regolamentata ed improntata ad una esasperata liberalizzazione del mercato, riteniamo opportuno rivolgerLe alcune considerazioni critiche in relazione al comportamento di Acea S.p.A., impresa controllata dal Comune di Roma che detiene il 51% del capitale azionario.
A richiamare la nostra attenzione sono state le notizie provenienti dall`Honduras, dove a partire dal 2000, insieme a un consorzio d`imprese – la maggior parte delle quali italiane – denominato Aguas de San Pedro S.p.A., Acea gestisce il servizio idrico integrato di San Pedro Sula, seconda città con più di 500.000 abitanti e principale centro industriale del paese centroamericano. Va notato che a partire dagli anni `90 si è registrato in Honduras un elevato aumento nella presenza di maquiladoras, ossia di imprese di assemblaggio di proprietà straniera che usufruiscono per operare nel paese del `regime` di Zona Franca, che prevede, tra l`altro, l`accesso a tariffa ridotta a servizi quali forniture idriche ed elettriche.
Parte degli interventi programmati da Aguas de San Pedro, che saranno eseguiti nel periodo della concessione, sono finanziati con un prestito della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), che nel corso del 2001 ha approvato un finanziamento per 12,7 milioni di dollari a favore del consorzio, su un preventivo complessivo di spesa di 42,8 milioni. “Il progetto [approvato dalla BID] consiste in una concessione trentennale, rinnovabile per ulteriori 10 anni su accordo delle parti, per somministrare servizi di distribuzione e depurazione delle acque nel Municipio di San Pedro Sula, prima realizzati dalla División Municipal de Agua (`DIMA`), un`agenzia municipale dotata di autonomia nominale e sotto il controllo diretto del Sindaco”.
Al riguardo Le facciamo notare come il BID è oggi oggetto di una forte campagna di pressione da parte della società civile internazionale in solidarietà con le comunità latinoamericane poiché finanziatore di progetti dal dubbio impatto sullo sviluppo in Centro e Sud America con un approccio puramente economicista. Nel caso dell`Honduras la BID ha promosso la privatizzazione dell`acquedotto di San Pedro Sula come conseguenza delle politiche erronee da parte dell`amministrazione comunale e della Dima, in particolare per quel che concerne l`incapacità di coprire con i ricavi da tariffa le spese necessarie agli investimenti per migliori accesso e qualità del servizio.
Siamo convinti che a tali problemi, in Honduras come altrove, non si ovvi cedendo al miglior offerente la gestione del servizio quanto piuttosto promovendo una gestione partecipata e democratica a livello locale che rispetti e tuteli, in particolare, le esigenza del cittadino e dell`utente del servizio. Nonostante la propaganda realizzata dalla Banca, testimonianze raccolte nel 2004 a San Pedro Sula e pubblicate dai quotidiani locali mostrano la disastrosa nuova gestione del servizio idrico ed i problemi incontrati da Aguas de San Pedro S.p.A., in relazione in particolare all`opposizione da parte dei cittadini, su cui sono gravati gli aumenti non programmati né pattuiti delle tariffe.
Le Chiediamo, pertanto, di adoperarsi affinché la società civile ed i cittadini romani abbiano la possibilità di confrontarsi in pubblico tramite la mediazione del Comune di Roma con il management dell`Acea al più presto al fine di conoscere perché una società simbolo di Roma ed ancora a parziale controllo pubblico si sia resa protagonista di interventi controversi nei paesi in via di sviluppo; sarà, inoltre, importante discutere quali condizioni di accesso al servizio idrico per le classi più deboli nei paesi terzi e di rispetto degli standard minimi di tutela dei diritti degli utenti e dei lavoratori del settore idrico, come stabilito all`interno delle Carte dei servizi sottoscritte da Acea S.p.A. verso gli utenti italiani, l`azienda sia disposta a sottoscrivere a livello internazionale.
Sicuri del Suo pronto interesse alle proccupazioni da noi sollevate, rimaniamo in attesa di un Suo riscontro alla presente e Le porgiamo in nostri più cordiali saluti.
Andrea Baranes, Campagna per la riforma della Banca Mondiale
Mariarosa Cutillo, Luca Martinelli – Mani Tese