Le azioni militari avrebbero portato allo smantellamento della ‘colonna mobile Teófilo Forero`, considerata molto vicina ai vertici del gruppo armato.
Lo riferisce il quotidiano di Bogota ‘El Tiempo’, presentando il suo resoconto dell`offensiva concepita nel 2003 con la collaborazione del ‘Comando Sud’ statunitense (‘Southcom’) per dare il “colpo di grazia” alle Farc nelle regioni meridionali, loro storiche roccaforti – in particolare i dipartimenti di Meta, Guaviare e Caquetá – col dispiegamento di 17-18.000 soldati.
Il bilancio militare più recente risale alla fine del 2004 e parla di 75 scontri sostenuti con le Farc, l’uccisione di 346 guerriglieri e la cattura di altri 273, contro la perdita di 74 militari e il ferimento di altri 360.
Lo stesso bilancio non menziona, tuttavia, l’alto numero di contagi da malaria e leishmaniosi che hanno colpito le truppe governative della cosiddetta ‘Forza Omega’ impegnate nella selva amazzonica, costringendone diverse centinaia al ritiro, secondo la stampa locale. ‘El Tiempo’ riferisce inoltre che Jorge Briceño, alias ‘Mono Jojoy’, capo militare delle Farc, sarebbe sfuggito di poco alla cattura, riuscendo a dileguarsi sulle montagne del Caquetá.
Secondo Alfredo Rangel, direttore della ‘Fundación Seguridad y Democracia’, il ‘Plan Patriota’ non sarà risolutivo: “La guerriglia non sconfiggerà l’esercito, né l’esercito la guerriglia e alla fine lo sblocco sarà politico” ha detto l’analista politico.
Le Farc sembrano dello stesso avviso: in una nota diffusa via Internet a firma di Iván Márquez, uno dei 7 membri del ‘Comitato centrale’ delle Farc, “il ‘Plan Patriota si è rivelato un fallimento ed è la prova più chiara del fatto che l`unica soluzione del conflitto è politica”.
[FB] – COLOMBIA 4/5/2005