Un morto al giorno. Sudanesi, tunisini e italiani. Uomini e donne. Solo una cosa hanno in comune: lo stato di necessità che li trasforma in “schiavi”.
Si muore di caldo in Puglia per i pomodori e l’uva.
- Mohamed (sudanese) a Nardò – pomodori
- Zaccaria (tunisino) a Polignano – uva
- Paola (italiana) a San Giorgio Jonico – uva
- Arcangelo (italiano) a San Giorgio Jonico – uva
Si muore di freddo in Calabria per le arance.
Il problema non è etnico. Sono gli sfruttatori di ogni colore.
Aggiornamento del 9 settembre 2015. È morto anche Arcagelo, il braccianto di San Giorgio Jonico in coma da un mese. Lavorava all’acinellatura dell’uva, l’eliminazione degli acini più piccoli e immaturi.
La stampa riferisce che Paola e Arcangelo erano stati assunti tramite agenzie interni, la versione “pulita” e legale del caporalato.